Fireflies as lanterns – English below
Quando si parla comunemente di “lucciole” in realtà si sta facendo riferimento genericamente ai Lampiridi (Lampyridae), ovvero una famiglia di coleotteri che conta circa 2000 specie!
Ciò che cattura la nostra attenzione e rende estremamente suggestivo poterle osservare al calar del sole è legato alla biolumiscenza: si tratta di un fenomeno chimico (proprio anche di altri organismi viventi) grazie al quale questi insetti emettono luce. L’enzima luciferasi è il catalizzatore che agisce sulla luciferina ossidandola (ed in base alle specie di organismi servono altre componenti quali ad esempio ioni di magnesio e ATP).
Le lucciole hanno un organo apposito che si trova nella parte inferiore dell’addome.
La luce emessa ha una lunghezza d’onda che varia tra i 510 e i 670 nanometri; intensità e colore sono differenti a seconda delle specie. La bioluminescenza è propria non solo degli adulti, ma anche delle larve. Le stesse uova sono luminescenti.
Ma quale è lo scopo?
I maschi corteggiano e attraggono le femmine proprio emettendo questi segnali luminosi e le femmine a loro volta rispondono.
Attenzione però… Le femmine di alcune specie sono in grado di replicare il segnale luminoso di altre specie al fine di attirare i maschi come prede!
Le larve invece emettono luce come segnale di avvertimento per i potenziali predatori: possiedono infatti sostanze che possono risultare tossiche o disgustose!
Ritrarle in foto non è però immediato. Innanzitutto il flusso luminoso di una lucciola è circa 0,3 lumen ovvero 1/40 circa rispetto a quello di una candela: questo dato permette di avere un’idea di quanto sia ridotta la luce che invece deve essere “catturata” dalla macchina fotografica. Inoltre il momento in cui si alzano in volo inizia al crepuscolo, quando le condizioni di luce necessitano già di particolari accorgimenti. Ecco che il risultato è possibile sommando lunghe esposizioni in cui strati di luce si sovrappongono sia per il paesaggio sia per i lampeggi.
🇬🇧 When we commonly speak about “fireflies”, we are actually referring to Lampyridae, a family of beetles of about 2k different species!
What is the phenomenon that catches our attention and makes extremely suggestive their dances after twilight? The answer is bioluminescence! It is a chemical reaction (it occurs in other living organisms) that allows insects to emit light. The luciferase enzyme catalyzes the oxidation of the luciferin (sometimes with other components such as magnesium ions and ATP).
Fireflies have a special organ located in the lower abdomen. The wavelength of the emitted light is a between 510 and 670 nanometers; intensity and color depend on the species. Not only adults, but larvae too have bioluminescence. The eggs themselves are luminescent.
The purpose?
Males court and attract females emitting these luminous signals and females in turn respond.
Be careful though… Females of some species are able to replicate the light signal of other species in order to attract males as prey!
Instead larvae emit light as a warning signal for potential predators: to eat larvae could be dangerous because they contain toxic or disgusting chemicals!
However, portraying them in photos is not an immediate act.
First of all, the luminous flux of a firefly is about 0.3 lumens, which means about 1/40 of the luminous flux of one candle; this gives us an idea of how tiny is their light: we really need to “capture” it with the camera. Moreover, the time of their rising begins at dusk, when light conditions already require special precautions.
Solutions are possible by adding long exposures in which “layers” of light become embedded both for the landscape and for insects flashes.